Monaci Benedettini Silvestrini

San Silvestro in Montefano, Fabriano

A undici discepoli del fondatore la tradizione ha attribuito il titolo di «beati». Essi sono i protagonisti dell'agiografia silvestrina, nonché della vita spirituale in seno all'Ordine di San Benedetto di Montefano nel secolo XIII.

Filippo

Filippo da Varano di Recanati. Fu il primo discepolo del fondatore a Grottafucile e «per un certo periodo di tempo» ne fu anche «compagno di viaggio». Silvestro lo gratificò di un miracolo, guarendolo da un'infermità alle ginocchia (Vita Silvestri, capp. 5 e 12). Morì nel monastero di S. Pietro del Monte presso Osimo. Non ha un culto ufficiale.

 

 

Giovanni dal Bastone

Giovanni dal Bastone da Paterno di Fabriano, insieme al beato Ugo degli Atti, è il più noto e venerato dei discepoli di s. Silvestro. A causa di una malattia, che lo colpì alla gamba sinistra mentre stava compiendo gli studi all'università di Bologna, fu costretto, per camminare, a fare uso di un bastone: da qui la denominazione di Giovanni «dal Bastone». Visse a Montefano per circa sessant'anni in una piccola cella a pianterreno, consigliando i confratelli e proponendo la parola di Dio ai fedeli, che a lui accorrevano. Alla morte del fondatore ne raccolse l'eredità spirituale. Si spense a Fabriano il 24 marzo 1290 e il suo corpo venne tumulato nella cripta della chiesa di S. Benedetto, dove tuttora riposa. All'inizio del Trecento il quarto priore generale Andrea di Giacomo ne scrisse la VITA. Nel 1772 Clemente XIV lo annoverò fra i «beati»; la Congregazione Silvestrina ne celebra la festa il 24 marzo. In Sri Lanka gli è dedicata la parrocchia di Battaramulla (arcidiocesi di Colombo), retta dai frati minori. In occasione del VII centenario della morte si è tenuto a Montefano un Convegno di Studi su «Il monachesimo silvestrino nell'ambiente marchigiano del Duecento» (30 maggio - 2 giugno 1990), di cui sono stati pubblicati gli Atti (Bibliotheca Montisfani, 22).

Giovanni dalla Cella

Giovanni dalla Cella o Solitario, così chiamato perché conduceva vita eremitica sul Montefano in una cella separata dal monastero. Monaco di grande pietà, recitava due volte al giorno i salmi che i confratelli cantavano quotidianamente in coro. Il 26 novembre 1267 vide discendere dal cielo gli angeli per prendere l'anima del fondatore e portarla in paradiso. La Congregazione Silvestrina ne celebra la «memoria facoltativa» il 31 agosto.

Ugo degli Atti

Ugo degli Atti da Serra San Quirico era fratello del beato Giuseppe. Fu accolto da s. Silvestro nel monastero di S. Giovanni di Sassoferrato, dove morì il 26 luglio del 1267 dopo una vita dedita alle opere di misericordia e alla edificazione dei fedeli tramite il ministero della predicazione. Attualmente è sepolto nella chiesa di S. Maria del Piano di Sassoferrato. Nel 1757 il pontefice Benedetto XIV lo inserì nell'albo dei «beati». È patrono di Sassoferrato, dove la festa si celebra il 26 luglio. Nella Congregazione Silvestrina, invece, e a Serra San Quirico, di cui è compatrono, la festa si celebra il giorno seguente. In Sri Lanka è intitolata al beato la parrocchia di Buruliapitiya presso Negombo (arcidiocesi di Colombo). La «fonte di sant'Ugo», di cui parla la Vita (cap. 4), esiste tuttora e molte guarigioni sono avvenute nel corso dei secoli per mezzo dell'acqua che ne sgorga; accanto alla fonte, nel 1731 fu costruita una cappella.

Giuseppe degli Atti

Giuseppe degli Atti da Serra San Quirico era fratello del beato Ugo. Fu l'immediato successore di Silvestro alla guida dell'Ordine (1268-1273). Dopo la morte, avvenuta nel monastero di S. Benedetto di Perugia il 24 agosto 1273, il suo corpo fu trasportato a Montefano e ivi sepolto. Le fonti coeve ne lodano la prudenza, l'integrità dei costumi, il senso di giustizia, l'amore alla vita regolare. La Congregazione Silvestrina ne celebra la «memoria facoltativa» il 25 agosto.

Benvenuto

Benvenuto da Piticchio di Arcevia fu molto tormentato dal demonio, contro il quale lottò con le armi della preghiera e della mortificazione. Si concedeva pochissimo riposo, poggiando le stanche membra alle pareti della cella monastica o su un duro sedile. Un giorno, urtato dal maligno mentre stava in preghiera, precipitò dal solaio dell'eremo di Montefano. Sopravvisse dieci giorni fra dolori indicibili, sopportati con grande pazienza. Benvenuto, chiamato espressamente «santo» nei testi agiografici (Vita Silvestri, cap. 45; Vita Hugonis, cap. 10), attualmente ha un culto ufficiale come «beato»: la Congregazione Silvestrina e la diocesi di Senigallia, infatti, ne celebrano la «memoria facoltativa» il 6 dicembre.

Giacomo

Giacomo da Attiggio di Fabriano fu monaco di meravigliosa semplicità e di grande umiltà. Meritò di vedere Montefano illuminato alla morte del fondatore. Non gode di culto ufficiale.

Simone

Simone da Ripalta di Arcevia pur essendo illetterato, un giorno, illuminato dallo Spirito, spiegò a Silvestro, che ne aveva fatto richiesta, un difficile passo del profeta Geremia. La Congregazione Silvestrina ne celebra la «memoria facoltativa» il 26 agosto.

Bartolo

Bartolo da Cingoli fu il secondo successore di Silvestro alla guida dell'Ordine (1273-1298). Fondò otto monasteri e si distinse per prudenza e amore verso l'osservanza regolare. Secondo la tradizione apparteneva alla nobile famiglia dei Simonetti. Morì nel monastero di San Pietro della Castagna a Viterbo e fu sepolto nella chiesa di Montefano, dove si trova un altare a lui dedicato. La Congregazione Silvestrina ne celebra la «memoria facoltativa» il 3 agosto.

Bonaparte

Il 26 novembre 1267, mentre era nel monastero di S. Tommaso di Jesi, ebbe la visione della gloria di Silvestro al momento del pio transito. Non gode di culto ufficiale.

Paolino

Apparteneva alla nobile famiglia dei conti Bigazzini di Coccorano (Pg). Di lui non parlano i testi agiografici coevi, tuttavia il suo culto a Perugia è testimoniato fin dal secolo XIV. Secondo lo storico silvestrino Sebastiano Fabrini (sec. XVII) fu amante dell'osservanza regolare e della disciplina monastica e il 26 novembre 1267, rapito in estasi mentre si trovava nel monastero dei SS. Marco e Lucia di Sambuco, distante da Montefano circa km 40, ebbe da Dio la rivelazione che l'anima del fondatore se ne volava in cielo. La Congregazione Silvestrina ne celebra la «memoria facoltativa» il 4 maggio.